Hai scritto il messaggio perfetto, ma una notifica di mancata ricezione ha distrutto il tuo entusiasmo. L’email marketing presenta costantemente nuove sfide, e il bounce rate è qualcosa con cui devi confrontarti per aumentare le vendite.
In questo articolo, ci occuperemo del rimbalzo delle email, cercando di capire cosa puoi fare per ridurre l’email bounce rate. Grazie ai nostri consigli e all’esperienza decennale di ActiveCampaign nel settore, potrai dare una svolta alla tua strategia di email marketing. Prova ora le potenzialità di ActiveCampaign.
Cos’è un’email bounce?
Un’email bounce è un messaggio di errore che potresti ricevere immediatamente dopo aver inviato una mail, se l’email inviata non è stata recapitata. In questo caso, il tuo server di posta elettronica o il server di destinazione inviano un rapporto di mancato recapito (NDR) e un messaggio di errore ti comunica la causa del mancato recapito della tua email.
Per comprendere cos’è l’email bounce dobbiamo prima rispondere alla domanda: quali sono i passaggi per la consegna di un’email?
- Compilare i campi “Da” (mittente) e “A” (destinatario), quindi fare clic sul pulsante “Invia”.
- Il tuo messaggio di posta viene affidato al server SMTP (Simple Mail Transfer Protocol) per la consegna. Immagina l’SMTP come un ufficio postale.
- Il server SMTP verifica la tua email all’interno del server DNS (Domain Name Server): si tratta di una sorta di rubrica degli indirizzi per il dominio e i server IP.
- Una volta individuato il tuo destinatario, il server SMTP gira il tuo messaggio al suo MTA (Mail Transfer Agent), affinché completi la consegna. L’MTA è un po’ come il postino del nostro scenario.
- La tua email viene correttamente recapitata nella posta in arrivo del tuo destinatario.
A volte però, questo ultimo passaggio non avviene come previsto e ci troviamo di fronte a un bounce.
Da cosa è causato l’email bounce, o mancato recapito?
I motivi di un mancato recapito possono essere una casella di posta piena, un server che non risponde in modo corretto, l’invio a un indirizzo non più esistente o l’invio a un indirizzo falso. Ci sono diverse ragioni per la ricezione di una notifica di mancata consegna.
La causa potrebbe essere temporanea, ma anche permanente. Per poter risolvere il problema di un mancato recapito, devi prima capire a quale categoria appartiene la tua email bounce. Il bounce può essere di tre tipi:
- Soft
- Hard
- Email bloccate
Consiglio: non cancellare la tua email bounce! Conserva la notifica per capire perché il messaggio non è stato recapitato: potrebbe includere, ad esempio, il codice di errore Simple Mail Transfer Protocol (SMTP). I provider di posta, inoltre, a volte inseriscono dei messaggi per spiegare questi codici. Dovrai leggere con attenzione queste email per capire il motivo del mancato recapito. |
Soft bounce
Un bounce è definito “soft” quando un server rifiuta un’email temporaneamente: la maggior parte dei servizi di posta tenta di inviare nuovamente un messaggio dopo il soft bounce. Ecco alcune delle cause più comuni alla base di un blocco soft:
- Casella di posta piena: il destinatario dell’email ha ricevuto troppi messaggi, raggiungendo la capacità massima. In questo caso il tuo messaggio tornerà indietro finché non sarà stato liberato spazio nella casella di posta elettronica.
- Dimensione dell’email: se inserisci nelle tue email immagini pesanti in termini di grandezza, oppure aggiungi allegati da molti gigabyte, è probabile che le email vengano “rimbalzate”, soprattutto se il destinatario dispone di un filtro apposito.
- Server inattivo: un server potrebbe aver subito un arresto anomalo, essere sovraccarico o in fase di manutenzione. Questo significa che dovrai attendere e inviare il messaggio più tardi a quell’indirizzo.
- Risposta automatica: se il destinatario è in vacanza e ha impostato un messaggio di risposta automatica, è probabile che la tua email non venga recapitata.
Hard bounce
Un hard bounce si verifica quando la tua email risulta non recapitabile in modo permanente a un determinato indirizzo. Tra le cause troviamo:
- Indirizzo email fasullo: alcune persone forniscono indirizzi email falsi. La probabilità che questo si verifichi aumenta se chiedi un indirizzo online in cambio di qualcosa, come contenuti o uno sconto. Impostare un doppio opt-in aiuta a evitare questo tipo di bounce.
- Indirizzo email sbagliato: non c’è correttore ortografico nel campo “indirizzo” delle email e può capitare di sbagliare.
- Email bloccata: alcuni domini (ad esempio quelli governativi o istituzionali) hanno filtri antispam molto rigidi. Oppure, il destinatario potrebbe aver bloccato di proposito il tuo indirizzo email. Nel primo caso, chiedi semplicemente al destinatario di aggiungere il tuo indirizzo ai suoi contatti.
Il problema di un’email bounce di tipo hard non può essere risolto subito: l’unica cosa che puoi fare è rimuovere questi indirizzi dalla tua mailing list. Se non lo fai e continui a inviare messaggi a queste persone, corri il rischio che il tuo indirizzo venga bloccato.
Email bloccate (spam)
Circa l’85% delle email inviate ogni giorno sono considerate spam. Le liste di email bloccate sono create dagli ESP (email service provider) per filtrare contenuti dannosi o fraudolenti, come spam o malware. Non sono state inventate per metterti i bastoni fra le ruote, ma per proteggere i destinatari dai quasi 300 miliardi di email inviate ogni giorno.
Perché le email vengono bloccate? Di solito succede a causa di:
- Reclami per spam: un reclamo ogni tanto è spiacevole, ma prevedibile. Se i reclami nei tuoi confronti si accumulano fino a raggiungere un certo livello, i provider possono decidere di inserire i tuoi messaggi nella cartella dello spam o in una blacklist.
- Alto tasso di email respinte: se non pulisci le tue liste di indirizzi, il tasso delle email respinte inizierà a salire.
- Aumento della lista o del volume di email: se la tua lista cresce troppo rapidamente, è un campanello d’allarme: potresti avere acquistato un elenco di indirizzi. Dunque, se inizi a inviare un numero enorme di email, il tuo indirizzo sarà sospettato di spam.
- Cattivi contenuti: il contenuto delle tue email potrebbe essere considerato spam se solitamente usi parole sospette nel campo oggetto, come ad esempio “OFFERTA” scritto in maiuscolo e seguito da 17 punti esclamativi.
Venire inseriti in una lista di email bloccate può essere una semplice seccatura, oppure può significare che la tua campagna non verrà recapitata a nessuno dei tuoi iscritti. I grandi ISP dispongono di elenchi di email bloccate. Tuttavia, le liste più popolari sono pubbliche e vengono usate da provider e aziende in tutto il mondo. Come si esce da una lista di email bloccate?
- Con il tempo: il tuo indirizzo potrebbe venire rimosso automaticamente dopo un certo periodo di tempo.
- Contattando i proprietari: invia una richiesta al proprietario del sito sul quale la lista è pubblicata, per far cancellare il tuo indirizzo.
- Mantenendo le tue liste ordinate: elimina gli indirizzi irraggiungibili e non comprare mai un database di indirizzi email.
- Fornendo valore: invia email con contenuti rilevanti per coinvolgere gli iscritti ed evitare reclami per spam.
- Cambiando il tuo ISP: se l’indirizzo IP che ti è stato assegnato è compromesso, cambia provider per evitare l’inserimento in liste di email bloccate.
Consiglio: non comprare mai un elenco di indirizzi email. Comprare un database di indirizzi email potrebbe sembrarti un’ottima scorciatoia per raggiungere un grande pubblico con il tuo messaggio di marketing, ma può invece comportare che nessuno veda le tue email. – La maggior parte degli ESP non ti permetterà di inviare email agli indirizzi dell’elenco, e inoltre farlo: – Erode seriamente la tua deliverability e la reputazione del tuo IP; – Potrebbe non essere conforme o violare le normative di alcuni paesi; – È un ottimo modo per finire nelle liste di email bloccate. I buoni elenchi non si comprano, devi crearli tu |
Quando un soft bounce si trasforma in hard bounce?
Un hard bounce è un’email che è stata rispedita al mittente a causa di un errore permanente, nella maggior parte dei casi un indirizzo non valido. Gli hard bounces sono una metrica importante per l’email marketing e la loro riduzione è uno degli obiettivi principali dei professionisti.
L’hard bounce corrisponde agli errori di consegna permanenti, mentre il soft bounce a errori di consegna temporanei. Sebbene siano diversi, possono entrambi danneggiare le tue attività di marketing. Una serie di soft bounce, infatti, può essere causa di un hard bounce.
Il bounce rate influisce sulla consegna?
Il tuo obiettivo è quello di prevenire i rimbalzi. L’eliminazione totale non è possibile: qualche email verrà sempre rifiutata, qualche indirizzo verrà digitato male e qualche server ogni tanto sarà irraggiungibile.
Risolvi i problemi con il server non appena si manifestano. Crea liste accurate, basate sul consenso al trattamento dei dati personali. Invia ai clienti solo i contenuti che desiderano effettivamente ricevere. Il risultato saranno campagne email di marketing di alta qualità, che garantiranno una lista con pochissimi bounce.
Email bounce: come controllarlo su ActiveCampaign
Il bounce è una parte inevitabile dell’email marketing, ma tu hai il potere di ridurre la frequenza di rimbalzo: scopri i vari codici di rimbalzo da tenere in considerazione. Grazie ad ActiveCampaign puoi controllare i diversi fattori per cui un email viene respinta, come ad esempio:
- Indirizzo email sbagliato: L’email inviata rimbalza se l’indirizzo del destinatario non è valido.
- Nome di dominio non valido: Nome di dominio inesistente.
- Reputazione IP: L’invio di email attraverso un IP con una cattiva reputazione del mittente può causare il rimbalzo.
- Contenuto spam: Un oggetto o un corpo dell’email che contiene elementi di spam può far sì che le email vengano bloccate dai filtri antispam.
Consigli pratici per migliorare il bounce rate
Il tasso di email respinte è la percentuale delle tue email che torna indietro con mancato recapito. Le email bounce (soprattutto quelle di tipo hard) danneggiano la tua reputazione. Se il tuo tasso di email non recapitabili è molto alto (sopra il 5%), la deliverability negativa influenzerà il successo dell’intera campagna email e anche quello delle campagne future.
Questo avviene perché i network di email monitorano i trend nei tassi di bounce di tutte le tue campagne in corso per decidere se accettare le tue email in futuro. In questa sezione scopriamo quali sono i consigli pratici per migliorare il tuo bounce rate.
1. Pulisci le tue mailing list
Identifica ed elimina gli indirizzi email abbandonati o che fatichi a coinvolgere: fallo a intervalli regolari. Verifica se la tua piattaforma rimuove in modo automatico le email bounce di tipo hard.
2. A/B test costante
L’A/B test è fondamentale: ti permette di inviare più versioni di un contenuto e determinare qual è la più apprezzata dal pubblico, per massimizzare le tue vendite e migliorare il lavoro del tuo team, individuando la direzione giusta. Ecco alcuni consigli per eseguire un test corretto:
- Testa l’oggetto;
- Sperimenta il testo dell’intestazione;
- Personalizza la lunghezza del messaggio.
3. Opt-in e doppio opt-in
Invia email solo a persone che hanno dato il loro consenso a ricevere le tue campagne. Decidi se usare una procedura di doppio-opt-in.
4. Non finire in spam!
Stai facendo di tutto per evitare che le email finiscano nello spam, ma non hai ancora capito bene come organizzare il lavoro. Qui puoi trovare dei consigli aggiuntivi:
- Chiedi agli abbonati di inserire il tuo indirizzo email nella whitelist.
- Chiedi sempre il consenso a inviare email.
- Rispetta le leggi che regolano il marketing via email.
- Utilizza un programma di email marketing affidabile.
- Correggi le email.
5. Segmenta le liste degli iscritti
La segmentazione migliora il tuo marketing. Contatta prima i tuoi clienti più coinvolti, in questo modo mostrerai ai filtri antispam degli ESP che hai dei buoni contenuti, con risultati di coinvolgimento positivi.
6. Autenticazione
L’autenticazione delle email è una soluzione tecnica per dimostrare che un’email non è stata contraffatta. In altre parole, fornisce un modo per verificare che il mittente dell’email sia chi dichiara di essere. L’autenticazione delle email è spesso utilizzata per bloccare usi dannosi o fraudolenti, come il phishing e lo spam.
7. Utilizza un indirizzo IP dedicato
Un indirizzo IP dedicato è un indirizzo che solo tu e la tua azienda potete utilizzare attraverso una rete privata virtuale (VPN). A tutti gli individui assegnati a questo indirizzo IP viene garantito un ingresso sicuro nella rete e un accesso protetto ai dati aziendali, da qualsiasi parte del mondo.
8. Crea un sottodominio dedicato per l’email marketing
Un sottodominio è la parte di un URL che precede il nome del dominio “principale” e l’estensione del dominio. I sottodomini possono aiutare a dividere il sito web in parti logiche o a creare siti separati, ad esempio un blog separato per ogni squadra sportiva all’interno di un sito.
9. Crea una tua email policy
Sia la moderna legge sulla privacy sia i servizi di email marketing di terze parti richiedono l’esposizione di un’informativa sulla privacy. L’informativa deve includere non solo le attività di trattamento dei dati, ma anche quelle del client di posta elettronica.
10. Usa un nome mittente adeguato
Quando invii le prime email ai nuovi iscritti utilizza il nome del brand come nome del mittente. Dopo aver creato una certa familiarità, è possibile affermare l’identità del marchio includendo il nome della persona che invia l’email, insieme al marchio. Questo metodo funziona bene anche per le email di follow-up.
Il bounce rate e il suo impatto sul tuo business: conclusioni
Il tasso di rimbalzo delle email è una delle metriche chiave da monitorare per una campagna email di successo. Puoi usare IP dedicati e il giusto piano per aumentare la email deliverability, ma i rimbalzi possono rovinarti la reputazione.
Per questo motivo, ricordati di prestare massima attenzione a questo aspetto. ActiveCampaign è al tuo fianco per aiutarti a consegnare il tuo messaggio nel modo più efficace. Provalo ora. Nessuna carta di credito richiesta.