Email di recu­pero carrello abban­do­nato: esempi, stra­te­gia, best practice

Le email “recupero carrello abbandonato” sono uno dei più potenti strumenti di marketing per aumentare le conversioni di un negozio online. Si tratta di una categoria di email che, nel caso degli e-commerce, è importante almeno tanto quanto le campagne promozionali o quelle inviate nel periodo dei saldi.

Il cosiddetto “carrello abbandonato” si verifica quando un utente visita un sito, aggiunge dei prodotti al carrello, ma non conclude l’acquisto. Si tratta di un punto dolente per gli ecommerce, e inviare delle email mirate è il metodo più efficace per recuperare vendite potenzialmente perse. Attraverso l’invio di email di recupero carrello, il potenziale cliente viene sollecitato all’acquisto e quindi alla conversione.

Le persone che mettono qualcosa nel carrello sono interessate al tuo prodotto, ma per qualche motivo non concludono l’acquisto. I motivi possono essere diversi:

  • La persona si distrae;
  • Si dimentica del carrello;
  • Ha trovato offerte migliori altrove;
  • È incerto o confuso;
  • Ha cambiato idea;
  • Il prezzo risulta troppo alto;
  • Ci sono problemi in fase di pagamento o di creazione dell’account.

Vediamo come una buona strategia di email recupero carrello può aiutarti ad aumentare le conversioni del tuo ecommerce.

Email di recu­pero carrello abban­do­nato: cosa sono?

Le email recupero carrello abbandonato sono dei messaggi inviati ai potenziali clienti che hanno aggiunto dei prodotti al loro carrello, ma non hanno concluso l’acquisto.

Queste email fanno parte delle strategia di email marketing che hanno come obiettivo l’aumento delle conversioni.

Secondo uno studio di Moosend, le email di recupero del carrello hanno un tasso di apertura piuttosto alto, intorno al 45%. Inoltre, secondo lo studio, circa il 21% di chi apre questo tipo di email clicca sulla call to action. Ciò vuol dire che circa la metà delle persone che aprono le email di recupero carrello concludono il proprio acquisto. Questi dati dimostrano chiaramente l’efficacia di questa tipologia di email.

Spesso i clienti abbandonano il carrello non solo perché sono indecisi, ma anche per ragioni che non dipendono da loro: il sito si blocca, si trovano davanti a un processo di acquisto troppo complicato, costi di spedizione troppo alti, sicurezza del sito incerta, oppure la necessità di creare un account.

L’email marketing è ancora oggi uno dei migliori canali di marketing per gli e-commerce. In particolare, le email per il recupero del carrello abbandonato si rivelano fondamentali per finalizzare vendite non completate da parte dell’utente. Non si tratta di notifiche di eventi o email transazionali, ma piuttosto di email che hanno la funzione di reminder riguardo a ciò che l’utente ha lasciato nel carrello e che non ha acquistato.

Un e-commerce può raggiungere anche il 75% di acquisti non completati e una strategia di recupero carrello, insieme alle automazioni di ActiveCampaign, può aiutarti a diminuire questa percentuale. Vediamo come.

Email di recupero e GDPR: considerazioni importanti

Una cosa importante da tenere presente è che le email di recupero carrello abbandonato risultano conformi al GDPR solo se ai clienti è stata esplicitamente richiesta la possibilità di inviare email.

Per inviare questa tipologia di email, è necessario ottenere da parte dell’utente solo i dati di contatto (nome e cognome) e l’indirizzo email.

Come per le normali newsletter, anche le email di recupero carrello abbandonato seguono le regole del GDPR. Se gli utenti acquistano sul sito o si registrano, non per forza desiderano essere contattati attraverso messaggi di marketing, e quindi ricevere newsletter al proprio indirizzo email. Per questo, il GDPR prevede che gli utenti forniscano esplicitamente l’adesione all’invio di comunicazioni commerciali.

È essenziale assicurarsi quindi, prima dell’invio dell’email, che ci sia l’esplicito permesso da parte del cliente. Tale consenso può essere ottenuto anche al momento della registrazione alla newsletter.

Al momento della registrazione alla newsletter è possibile scegliere di utilizzare l’opt-in single or double per ottenere il consenso dei propri utenti, scopri degli esempi di opt-in email sul nostro blog.

Email di recu­pero carrello abban­do­nato: best practice

Utilizzare l’email di recupero carrello può aumentare il tasso di conversione fino a circa il 10%.

Inviando un’email di questo tipo, non solo si migliora il tasso di conversione del proprio negozio online, ma si può anche:

  • Automatizzare l’invio delle email, risparmiando così tempo e denaro; Costruire relazioni più durature con il cliente, creando email che non siano fastidiose da trovare nella posta elettronica;
  • Offrire al cliente un’esperienza migliore. L’abbandono del carrello può essere un’opportunità per capire dove è necessario migliorare il processo d’acquisto sul tuo sito.

Scopri la nostra automazione per le email di recupero carrello abbandonato e il nostro pacchetto introduttivo di automazioni per l’e-commerce.

Invia la prima email di recupero carrello entro un’ora

Quand’è il momento migliore per inviare la prima email di recupero carrello? Le email di recupero carrello abbandonato, se inviate entro la prima ora dall’abbandono del sito da parte dell’utente, hanno un tasso di conversione maggiore rispetto a quelle inviate qualche ora più tardi o il giorno successivo.

Il contenuto deve essere personalizzato

Con ActiveCampaign è possibile creare un flusso di email automatiche e personalizzate. Il contenuto di queste email cambia in base al carrello dell’utente, mostrando i prodotti che conteneva quando l’utente si è bloccato durante il processo di checkout.

Nella stessa email potrebbe essere opportuno proporre altri prodotti in linea con quelli presenti nel carrello, in modo da aumentare la proposta di vendita.

Una cosa che attrae molto gli utenti è la presenza di immagini dinamiche nell’header, come GIF animate o video, oppure intestazioni personalizzate, come chiamare per nome il destinatario dell’email (“Ciao Mario, hai dimenticato qualcosa nel carrello?”).

Un’email efficace deve avere un buon livello di personalizzazione e contenere più elementi possibili che rimandino al cliente e al suo carrello abbandonato, come:

  • Prodotti correlati al suo acquisto;
  • Riferimenti ad acquisti precedenti;
  • Prodotti visionati sul sito;
  • Codice sconto personalizzato.

Includi recensioni

Quando decidiamo di scegliere un nuovo ristorante o un nuovo bar, per prima cosa guardiamo le recensioni. Questo avviene anche quando si acquistano prodotti online. Le opinioni di altre persone, che danno indicazioni precise, in positivo o in negativo, sul prodotto o sull’azienda hanno sempre un forte impatto sugli utenti. Possono essere di diverse tipologie come:

  • Recensioni sul prodotto;
  • Opinioni sull’azienda;
  • Esperienze del cliente con l’intero processo di acquisto;
  • Commenti sui social o menzioni online.

Se gli utenti, al momento dell’apertura dell’email, sono in dubbio sull’acquisto, una recensione positiva potrebbe essere un incentivo a procedere con l’ordine.

Scarcity marketing: crea senso di urgenza

Il cosiddetto “scarcity marketing” è una delle tecniche di marketing più utilizzate e più potenti che hai a disposizione. Si basa sulla FOMO, acronimo di fear of missing out, e non è altro che un modo per spingere gli utenti ad acquistare in tempi brevi.

Si può dare un’impressione di scarsità, indicando, ad esempio, che un prodotto sta terminando in magazzino, ricordando che l’offerta speciale è su un numero limitato di pezzi, oppure segnalando quante altre persone stanno guardando/acquistando quel prodotto. La scarsità ha come effetto di incalzare l’utente, spingendolo all’acquisto: in questo modo si diminuisce il tasso di abbandono del carrello sull’e-commerce.

La Call to Action: elemento fondamentale

La call to action è il punto focale delle tue email: è ciò che, nelle email di recupero del carrello, ha la funzione di recuperare le vendite perse.

Ci sono delle regole per creare una CTA d’effetto. Vediamo quali:

  • Posizionarla in alto: in questo modo può essere visualizzata subito, appena aperta l’email, senza che sia necessario scrollare la pagina;
  • Renderla chiara, evidente e proporzionata rispetto agli altri contenuti;
  • Deve essere bulletproof: questo vuol dire che deve funzionare in tutti i server di posta elettronica.

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Presta attenzione all’ email deliverability

Una cosa importante è non dare l’impressione che queste email siano spam, e verificare sempre l’email deliverability delle tue campagne. Per non incappare in questo problema è opportuno creare delle email che siano a prova di filtri anti-spam. Per farlo, è utile seguire alcune regole, come ad esempio:

  • Evitare caratteri sospetti nell’oggetto (ad esempio simboli o lettere particolari), o messaggi che possono essere fraintesi;
  • Non utilizzare link shortener per inserire gli URL;
  • Indicare un mittente chiaro;
  • Non inviare allegati con formati particolari; meglio utilizzare un classico PDF.

Anche questa strategia di email marketing, deve essere testata, monitorata e aggiornata in base ai risultati ottenuti.

Analisi dei dati e A/B test

Quando si creano delle email di recupero carrello è importante tenere presente che il loro scopo è di incoraggiare l'utente a concludere l'acquisto, comprando il prodotto o i prodotti che aveva nel carrello (e possibilmente anche altri).

Nonostante si possa pensare di aver creato visual e copy di grandissimo impatto all’interno delle proprie email, è essenziale verificare sempre la loro efficacia attraverso un tracciamento di metriche rilevanti (clic, risultati, conversioni, ecc.). I test A/B, oltre che i report, sono lo strumento migliore per avere un riscontro da parte dei destinatari della tua comunicazione.

Come abbiamo visto prima, sono diversi i test di marketing automation per ecommerce che possono essere svolti, in base alla tipologia di email da inviare e al loro obiettivo.

Se le idee scarseggiano, puoi prendere spunto dai nostri modelli di email per carrello abbandonato.

Recu­pero carrello: una sequenza

Inviando una serie di email per il recupero del carrello, si aumenta la probabilità di conquistare nuovi clienti, testando tecniche diverse per aumentare il tasso di recupero carrello abbandonato.

Inviando email differenti, è possibile stimolare reazioni diverse negli utenti e determinare quali consentono di raggiungere più efficacemente l’obiettivo.

Il consiglio è quello di impostare una sequenza di tre email per recupero carrello abbandonato: ciascuna avrà un obiettivo differente e dovrà essere inviata in momenti diversi. 
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Prima email di recupero carrello: dopo un’ora

In questo momento il carrello è appena stato abbandonato e il motivo è ancora oscuro. Potrebbe esserci stato un problema durante il processo di pagamento, l’utente è stato distratto durante l’acquisto, oppure prima di acquistare ha scelto di verificare il prezzo del prodotto su un sito concorrente.

Per questo è opportuno, circa un’ora dopo, inviare la prima email di abbandono del carrello. Perché dopo solo un’ora? Perché è importante inviare la prima email a breve distanza dal momento dell’abbandono dei prodotti nel carrello: prima si riesce a recuperare, più elevate sono le probabilità che un acquisto venga completato in un secondo momento.

È importante che la prima email sia molto semplice. Per questo è opportuno inserire:

  • Un promemoria che ricordi del carrello abbandonato;
  • L’immagine del prodotto dimenticato;
  • Una sola call to action principale.

In questa prima fase non è necessario inserire i prodotti correlati o svolgere altre attività di marketing: si tratta di strumenti che possono essere usati nelle successive email.

In questa comunicazione è importante ricordare al cliente che si è dimenticato qualcosa, che i prodotti stanno terminando e che è necessario concludere l’acquisto il più velocemente possibile per non perdere un’opportunità.

Seconda email di recupero carrello: il giorno dopo

Prima dell’invio della seconda email di recupero carrello abbandonato, fai passare almeno 24 ore.

Se il tuo destinatario ha perso il primo follow up, inviato un’ora dopo, avrà ancora l’opportunità di concludere il suo ordine grazie a questa email.

Probabilmente la prima email non è stata abbastanza convincente; per questo motivo può essere opportuno cambiare tecnica e provare qualcosa di differente. Il consiglio qui è di inserire qualche elemento in più:

  • Gioca con i contenuti dell’email;
  • Prova a inviare la stessa email ma con un oggetto diverso;
  • Inserisci le recensioni;
  • Metti in evidenza i vantaggi del prodotto inserito nel carrello e perché acquistare dal tuo brand;
  • Offrire una garanzia (100% soddisfatti o rimborsati oppure cambio gratuito entro 14 giorni).

Terza email di recupero carrello: il terzo giorno

Dopo la seconda email di recupero carrello abbandonato ancora non abbiamo ottenuto una vendita. Cosa fare quindi? Hai un’ultima email a disposizione per creare la conversione.

Questa email può essere inviata tra i tre e i cinque giorni dopo la seconda.

È importante che si capisca quando è il momento giusto per fermarsi: se una persona dopo tre email non ha ancora effettuato l’acquisto, vuol dire che non è interessata e forse non lo è mai stata.

L’ultima email può essere il momento migliore per inviare un codice sconto per l’acquisto dei prodotti abbandonati nel carrello. Chi era veramente interessato al prodotto ha già acquistato dopo l’invio delle prime due email. Inserendo un piccolo sconto del 10-15% nella terza email, potrai ottenere qualche vendita in più.

Usa i trigger Obiet­tivo per moni­to­rare i risul­tati delle email e premiare i clienti

Se il contatto recupera il carrello dopo la prima email, non è necessario inviare le altre previste dal workflow. Questa impostazione può essere attivata usando il trigger obiettivo per fare in modo che i clienti non ricevano email inutili e per loro potenzialmente fastidiose.

Questi trigger sono in grado di determinare quando un contatto recupera un carrello e possono implementare l’invio di email diverse rispetto alle automazioni inizialmente impostate, ad esempio un ringraziamento per l’acquisto.

Una volta che il carrello è stato recuperato, nella tua lista hai un nuovo cliente: a questo punto puoi inviare email strategiche con offerte e informazioni utili sui prodotti o sul brand.

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Per conclu­dere

Per creare una buona strategia di recupero carrello abbandonato è importante seguire le linee guida che ti abbiamo illustrato e utilizzare una piattaforma professionale che sia in grado di creare una nuova automazione per le tue email.

In questa guida abbiamo visto:

  • Che cosa sono le email per il recupero del carrello abbandonato
  • Quali sono le best practice per scrivere email di recupero carrello efficaci
  • Come strutturare una sequenza di email di recupero carrello che aumenti le conversioni

Con ActiveCampaign puoi fare questo e molto altro. Accedi alla tua prova gratuita di 14 giorni e inizia a creare la tua strategia marketing automation per il recupero carrello abbandonato.

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