Per chi fa email marketing uno dei problemi principali da risolvere è come non finire nella cartella spam. Ma cosa vuol dire spam e come si può evitare?
Quando le email finiscono nella cartella spam vuol dire che la reputazione del mittente si è abbassata ed è necessario intervenire per porre rimedio a questo dato.
Prima o poi è capitato a tutti che una campagna non abbia funzionato correttamente e che i tassi di apertura delle email si siano rivelati molto bassi, ma spesso è difficile capire perché questo accade. La buona notizia è che puoi mettere in pratica delle strategie o seguire delle best practice per non finire nello spam e aumentare l’efficacia delle tue campagne.
Che cos’è lo spam?
Che cos’è quindi lo spam? Con spam si indica un’email che viene reputata non sicura dal provider di posta elettronica e che quindi viene inserita nella cartella della posta indesiderata.
Spesso le email di spam sono delle email rispetto alle quali l’utente non ha espresso alcun consenso, e quindi non ha acconsentito alla ricezione di quelle comunicazioni oppure ha chiesto di ricevere comunicazioni diverse rispetto a quelle che sono finite nella sua casella di posta elettronica.
Lo spam è una delle attività che un utente reputa più fastidiose, soprattutto quando le email sono insistenti e lo disturbano nei suoi spazi privati. Per questo è importante che le aziende che svolgono attività di email marketing si tengano quanto più lontane possibile da questa pratica.
Per verificare se le tue email finiscono nello spam devi tenere sotto controllo l’email deliverability: questo dato deve essere il più alto possibile in quanto è inversamente proporzionale alle segnalazioni per spam.
Definizione di spam
Secondo il famoso dizionario Treccani, il termine spam indica un “Messaggio indesiderato di posta elettronica, spec. di natura pubblicitaria”.
Origine del termine spam
Il termine spam viene inizialmente utilizzato nei primi anni ‘70, ma non in ambito tecnologico. In quegli anni andava in onda uno spot che era ambientato in una locanda in cui una cameriera proponeva di continuo piatti a base di SPAM, una carne in scatola che si era diffusa nel dopoguerra soprattutto in Gran Bretagna. Non si tratta quindi di un acronimo, ma dell’abbreviazione delle parole spiced e ham (carne di maiale speziata) che hanno dato vita al nome del brand.
Da questo sketch è nato un parallelismo con la posta indesiderata. Come le comunicazioni ricevute nella casella di posta, anche quel tipo di pubblicità era fastidioso e non richiesto.
Spam nell’email marketing: ecco perchè danneggia le tue campagne
L’email marketing è uno degli strumenti di marketing più efficaci per la tua azienda ma, se le comunicazioni inviate finiscono nello spam, questo vantaggio risulta pressoché inutile.
È quindi essenziale capire perché le email finiscono nella cartella spam, e di conseguenza quali sono le best practice per ovviare al problema.
Perché le email finiscono in spam?
Prima di scoprire come non finire nello spam è importante capire perché le email finiscono nello spam. Ci sono due principali motivi:
- nel primo caso l’utente riconosce un messaggio specifico come non richiesto e decide quindi di segnalarlo come messaggio indesiderato. Questa circostanza potrebbe verificarsi nel caso in cui tu abbia inviato ad esempio un numero eccessivo di comunicazioni;
- nel secondo caso è l’email service provider a riscontrare qualcosa di sospetto e, attraverso il filtro antispam, a inserire in automatico le tue email tra la posta indesiderata.
Oggi i software sono in grado di riconoscere le abitudini degli utenti e rendere automatico il trasferimento delle email nello spam. Per questo motivo si rischia che le comunicazioni finiscano in queste cartelle anche per errore. Come ovviare a questo problema e aumentare il tasso di apertura?
Privacy e filtri antispam
Potrebbe capitare che un utente, pur essendo interessato a un prodotto/servizio, riceva un’email senza aver espresso esplicitamente il proprio consenso alla ricezione delle comunicazione e, per questo motivo, segnali l’email come spam. Ti ricordiamo che per rispettare il GDPR è necessario che l’utente dia il consenso alla ricezione delle email, non rispettare questa regola consiste nel modo peggiore di svolgere attività di email marketing. Per verificare che i contatti nel tuo email database siano veritieri è possibile utilizzare la verifica opt-in, in modo da avere la certezza che gli indirizzi di posta elettronica non siano falsi e che l’utente abbia effettivamente dato il permesso di inviargli comunicazioni via email.
In caso di mancato consenso l’indirizzo IP potrebbe essere considerato spam e quindi finire in blacklist. Questo vuol dire che le tue email non arriveranno a destinazione. Server
In alcuni casi il server da cui partono le tue email potrebbe essere compromesso e quello di destinazione potrebbe identificarti come spammer. Cosa vuol dire? Il filtro antispam del client di posta del destinatario entra in azione e inserisce il tuo indirizzo in lista nera dirottando tutte le tue email dalla cartella Posta in arrivo alla cartella Posta indesiderata.
L’email non interessa al destinatario
Questo potrebbe accadere nel caso in cui tu proceda all’acquisto di database “preconfezionati” di email. Si tratta di una strategia che ti sconsigliamo vivamente di seguire. Con ogni probabilità ti ritroveresti ad acquistare degli archivi email che contengano utenti non interessati al tuo prodotto/servizio. Quando questi riceveranno le tue email, infastiditi, le segnaleranno come spam.
In alternativa l’utente potrebbe sentirsi “tradito” dal fatto che tu non abbia rispettato una promessa. Ma cosa vuol dire? L’utente si aspettava di ricevere da te una comunicazione diversa, con ben altri contenuti, e nel momento in cui le sue aspettative vengono disattese segnala l’email come spam.
Come evitare di finire in spam
Vediamo ora quali sono i consigli da tenere in considerazione nel momento in cui vengono create delle newsletter, così da non farle finire in spam.
Mittente
Quando invii le email è importante che tu lo faccia a partire da un indirizzo email che contenga il nome di una persona o che possa essere associato alla tua azienda. I clienti, o potenziali tali, devono poterti riconoscere. Solitamente le email vengono inviate da indirizzi come info@nomedominio.it o indirizzi simili che richiamino appunto il nome del dominio personale o aziendale.
Ogni giorno ciascuno di noi riceve moltissime email, ed è per questa ragione che quando ci troviamo davanti a questa infinità di comunicazioni dobbiamo decidere se aprirle o meno. Se queste email sono riconoscibili siamo più propensi a farlo ed è così che puoi evitare che le tue email vengano segnalate come indesiderate, riducendo al tempo stesso .
Ti sconsigliamo in ogni caso di non ricorrere alle no-reply email, ovvero email che non possono ricevere risposte, in quanto queste creano un’esperienza negativa per l’utente.
Leggi antispam
Esistono leggi che disciplinano lo spam e le comunicazioni che vengono inviate nel mondo del digital marketing. Nello specifico, il CAN-SPAM Act include tutte le regole da rispettare per non procedere ad attività di spam.
Queste normative definiscono come spam tutte le email che:
- vengono inviate in assenza dell’autorizzazione del destinatario;
- tutte le email che non includono l’indirizzo fisico dell’azienda (il footer dell’email, solitamente precompilato);
- includono contenuti ingannevoli;
- non offrano agli utenti la possibilità di disiscriversi. Questa opzione deve sempre essere ben visibile e in evidenza.
Email Server Provider
Per non finire in spam è importante scegliere il provider di posta migliore ed è importante che questo utilizzi un server SMTP (Simple Mail Transfer Protocol). Ecco perché i grandi provider ricorrono a queste soluzioni per le aziende che fanno email marketing.
I vantaggi derivanti dall’utilizzo di un server sicuro riguardano le misure di sicurezza relative alla conservazione dei dati personali, che insieme ad altre certificazioni offrono valore aggiunto alle tue email. Grazie a queste certificazioni è possibile evitare che il tuo indirizzo email (o il tuo dominio) finisca in blacklist e che le tue email non vengano considerate come contenuti indesiderati.
Ti consigliamo inoltre di scegliere provider che ti consentano di utilizzare l’autenticazione DKIM, che associa l’invio dell’email al dominio di riferimento.
Contenuti di qualità
Creare dei contenuti di qualità è essenziale per non finire nello spam. Il tuo obiettivo deve quindi consistere nel coinvolgere i tuoi contatti e ricevere una loro reazione positiva all’invio delle tue email.
Un elevato coinvolgimento consente di:
- aumentare il tasso di apertura;
- aumentare il tasso di clic;
- ridurre il tasso di disiscrizione;
- essere aggiunto in rubrica;
- ottenere una risposta da parte del destinatario;
- non essere segnalato come spam.
Il tasso di coinvolgimento dipende inoltre dalla qualità dei tuoi contatti, la quale può essere verificata attraverso specifiche tecniche che ne testano l’interesse:
- opt-in (leggi il nostro articolo sugli esempi di email opt-in);
- i contatti sono interessati alla tue email e reagiscono alle call to action;
- A/B testing per le campagne di email marketing;
- gli utenti compilano il modulo di iscrizione per ricevere le tue newsletter.
Non acquistare database di email
L’acquisto di liste email può portare al fallimento dell’invio e comportare il rischio che le tue comunicazioni siano segnalate come messaggi indesiderati. L’acquisto di database email è una pratica che dovrebbe essere evitata soprattutto in termini di rispetto della privacy e il trattamento dei dati personali degli utenti. Inoltre, capita di frequente che chi procede all’invio di email ai contatti inclusi all’interno di queste liste venga segnalato come spam.
Pulisci il database
È evidente che il fatto che la tua lista di contatti includa utenti non interessati alle tue comunicazioni possa risultare controproducente. Ecco perché è una buona abitudine pulire le liste email ed eliminare i contatti che non aprono le tue email.
In questo modo il tuo database includerà solo persone interessate alle tue comunicazioni e più propense ad aprire le email e fare clic sulle CTA in esse contenute.
Evita alcune parole
Oltre a seguire le best practice per l’email deliverability dovresti prestare particolare attenzione a evitare alcune parole, soprattutto all’interno dell’oggetto, in quanto queste sono rilevate come “a rischio” dai filtri antispam. Ecco quali sono alcune di queste parole:
- gratis;
- 100% gratis;
- accesso gratuito;
- regalo;
- miglior prezzo;
- prezzo basso.
Messaggio di benvenuto
Un errore che viene commesso di frequente è quello di non inviare un’email di benvenuto subito dopo l’iscrizione di un utente. Utilizzare una piattaforma come ActiveCampaign ti offre la possibilità di automatizzare questa operazione. Ogni volta che qualcuno si iscrive alla tua newsletter e lascia i suoi dati, riceverà in automatico un messaggio di benvenuto.
Successivamente a questa prima email, cerca di essere sempre costante nella creazione di contenuti e abitua i tuoi utenti a seguirti e ad aspettarsi un appuntamento fisso con le tue newsletter.
Fai attenzione alle immagini
È fondamentale che le email risultino accattivanti e belle da vedere da un punto di vista estetico. Se inserisci delle immagini nelle tue campagne cerca di fare in modo che queste siano di effetto e sempre in alta risoluzione.
Vediamo quali errori evitare per far sì che le tue email non finiscano nella cartella spam a causa delle immagini che hai scelto:
- verifica che il peso delle immagini non superi i 50KB;
- controlla che le immagini non siano né troppo grandi né troppo piccole, e soprattutto che non siano sgranate;
- non inserire più di una GIF e controlla che questa non sia troppo pesante;
- sforzati di rispettare la regola del 30/70: 30% di immagini e 70% di testo.
Conclusioni
Dopo aver letto questo articolo avrai capito perché un destinatario può segnalare come spam alcune comunicazioni ricevute via email o perché questo viene fatto da un servizio di posta elettronica.
Attraverso le tecniche che abbiamo analizzato potrai adottare le dovute precauzioni per fare in modo di migliorare il tasso di apertura delle tue email e migliorare la recapitabilità delle stesse.
Con ActiveCampaign puoi creare delle email dai contenuti dinamici e accattivanti e impostare delle automazioni che diminuiscano le segnalazioni per spam e facciano aumentare i clic di apertura delle tue campagne. Provalo subito!