Con email bounce si intende un vero e proprio rimbalzo che si verifica quando la comunicazione inviata a un indirizzo email viene rimbalzata, e quindi rifiutata, dal server di posta del destinatario, che quindi non riceve correttamente il messaggio.
Il bounce rate, vale a dire la percentuale di email rispedite al mittente, è uno dei dati principali a cui prestare attenzione, in quanto una quantità di bounce elevata potrebbe contribuire al fallimento di una strategia di email marketing. È quindi fondamentale risalire alla causa dei rimbalzi e provvedere alla risoluzione del problema.
È possibile ridurre le percentuali di rimbalzo grazie ad alcune strategie specifiche, come ad esempio: invio esclusivo dei messaggi a indirizzi email opted-in (requisito già previsto da molti ESP), costanza nell’invio dei messaggi, eliminazione periodica degli indirizzi email inattivi o ricorso a un processo di doppio opt-in per la creazione della lista di contatti a cui inviare i messaggi.
Vediamo nel dettaglio il significato di email bounce, quali sono le sue caratteristiche e come poter migliorare e tenere sotto controllo questo dato.
Significato di email bounce
Un’email bounced o rimbalzata è un messaggio di posta elettronica che viene rifiutato da un server di posta. Quando questo accade vuol dire che per qualche motivo il messaggio non riesce ad arrivare a destinazione.
Esistono due diverse tipologie di email bounce: hard bounce o soft bounce. Nel primo caso si tratta di indirizzi email che non ricevono le comunicazioni in via permanente, mentre nel secondo caso l’errore è temporaneo, ad esempio a causa di un’interruzione del server o del fatto che la casella di posta elettronica del destinatario è piena. La maggior parte dei provider di posta elettronica fa sì che un soft bounce sia considerato come hard bounce dopo tre invii falliti.
Cosa contiene una email rimbalzata?
Quali sono le cause di un’alta frequenza di rimbalzo e quindi di un’elevata percentuale di email bounce? Vediamole di seguito:
- indirizzo di posta elettronica inesistente;
- casella di posta piena;
- interruzioni del server;
- scarsa reputazione del mittente dovuta a reclami per spam.
Ma, nello specifico, come è possibile capire che ci si trova di fronte a un caso di email bounce?
È semplice, all’interno dell’email rimbalzata devono essere presenti alcuni dati che possono risultare utili per identificare il problema e risolverlo:
- ora e data in cui è avvenuto l’email bounce;
- client che ha respinto il messaggio;
- causa del bounce.
Hard bounce e soft bounce: cosa significano?
Quando si utilizzano strumenti di marketing automation, il termine bounce (rimbalzo) potrebbe apparire con una certa frequenza. Questo termine identifica tutte le email che sono state inviate ma che non sono state consegnate e vengono quindi rispedite al mittente. Attraverso un messaggio di errore il server indica il motivo del bounce, che può essere soft o hard.
Soft bounce
Quando nell’email marketing si parla di soft bounce si indica un problema temporaneo a causa del quale non è possibile consegnare una comunicazione all’indirizzo email del destinatario.
Le cause di un soft bounce possono essere svariate:
- mancata connessione al provider;
- casella di posta del destinatario piena;
- messaggio troppo pesante;
- rejecting del contenuto;
- auto responder attivo nella casella di posta del destinatario;
- dominio con errori di codice.
Hard bounce
Con hard bounce si intende invece un errore continuativo e per questo l’impossibilità di consegnare l’email è permanente.
Queste possono essere alcune delle cause dell’errore:
- l’indirizzo non esiste più;
- la casella di posta elettronica è stata disattivata;
- per qualche ragione il server del destinatario ha bloccato il server del mittente.
Quando gli indirizzi email vengono segnalati come bounce, l’ESP li inserisce in automatico in una “suppression list”, e questi contatti vengono quindi esclusi da tutti gli invii futuri.
Quando un soft bounce si trasforma in hard bounce?
Un errore di tipo soft bounce può trasformarsi in hard bounce. Solitamente, a seconda dei diversi provider, dopo 3 o 5 volte che vengono segnalati problemi di consegna del messaggio (non si registrano quindi aperture o clic sull’email) l’indirizzo email viene convertito in hard bounce.
Nel momento in cui un utente interagisce con una determinata email, il numero di bounce si resetta in automatico.
Come migliorare il bounce nell’email marketing?
Nei casi in cui il tasso di email bounce è elevato è necessario tentare di risolvere il problema cercando di migliorare questo KPI dell’email marketing. Questo dato potrebbe infatti penalizzare la reputazione del mittente. Il tasso di email bounce risulta spesso elevato nel caso in cui i contatti siano stati ottenuti attraverso l’acquisto di liste di contatti oppure in modo illegale, ragione per cui le comunicazioni vengono segnalate come spam dagli utenti.
In fase di analisi dei dati, il tasso di email bounce dovrebbe attestarsi al di sotto dell’1%, senza mai superare il 2/3%.
Migliorando il tasso di email bounce otterrai un conseguente miglioramento del tasso di email deliverability delle tue campagne di email marketing.
Nello specifico, come è possibile ridurre i tassi di rimbalzo delle tue campagne di email marketing? Di seguito ti proponiamo alcune opzioni:
- procedere alla segmentazione della mailing list;
- inviare email con regolarità;
- assicurarsi di non essere segnalati come spam;
- effettuare dei test A/B;
- ricorrere al double opt-in per la conferma degli indirizzi email;
- pulire con regolarità la mailing list;
- chiedere agli iscritti di aggiornare i propri dati.